mercoledì 23 marzo 2011

Interviewing BROS

Mi parli un po’ della tua formazione? Come hai iniziato a dipingere? Com’era la scena milanese a quei tempi?

Ho iniziato nel 1996, avevo 15 anni e frequentavo il secondo anno di liceo artistico, avevo un amico alle medie che firmava ONCE della crew DMC una delle più attive in città…con un amico del liceo che aveva notato anche lui questa espressione ancora non troppo diffusa e praticata decidemmo dopo la scuola di andare a realiz are il nostro primo graffito….è venuto male ma ci piaceva troppo non rispettare nessuna regola di composizione che solitamente al liceo artistico ti chiedono di tener conto, c’ era quel senso di libertà che non avevamo mai provato prima disegnando. Li è iniziato tutto.
Al tempo i writer più famosi dovevi cercarli tu, e capire chi fossero, non era spiegato niente e facevi anche difficoltà a trovare le bombolette…nomi come DUMBO; RAE; SKY; CRAZE; NOCE erano già delle star nell’ underground.

Quali sono le tue fonti, spunti, modelli; lo studio della storia dell’arte ha avuto importanza sulla tua opera ed evoluzione?

Arrivo da una formazione accademica per stravolgerla a mio piacimento, inconsapevolmente dipingevo in modo che il mio dipinto a parete avesse una forma, fosse bilanciato, avesse la giusta dimensione per la visione ecc. tutte cose che successivamente ho legato alla mia formazione scolastica…diciamo che Giotto era lontano almeno 500 anni dai miei disegni, ma è come se fosse dentro il dipinto inevitabilmente.

Mi hai parlato di Rotella, “primo ad intervenire in strada con uno
spirito simile all' arte di strada come la intendiamo noi oggi”, puoi spiegarmi meglio?

Rotella o Diego Rivera, sono persone che hanno capito la potenza di quello che viene dalla realtà per rielaborarlo e restituirlo al pubblico, come cerco di fare da anni e con me qualche mio “collega- vandalo”.

Perché hai scelto il nome Bros? Significa qualcosa in particolare?

No mi piacevano un sacco le lettere, si potevano scrivere sia in modo “morbido”, che più “ rigido” era breve e suonava bene….BROS! perfetta..

Quali generi di opere hai realizzato agli inizi?

Lettere, ancora esisteva solo quella, a scuola dipingevo copia dal vero e sui banchi, muri, treni…scrivevo il mio nome in ogni forma colore e grandezza…all’ intervallo guardavamo le foto ed eravamo gasati più che mai!


Quale è la tua idea sul vandalismo?

Una forma di espressione, a volte una moda di ragazzini borghesi, una volta una ragione di vita…mai in Italia.
Come ti rapporti con l'aspetto illegale del lavorare in strada?

Dipingo illegalmente perché mi piace quella sensazione e perché parto con il ragionamento di appropriarmi di una superficie come scelta di un espressione artistica ben connotata. A volte dipingo in modo autorizzato  (di rado), ma ciò non toglie che se sei bravo riesci comunque ad appropriarti di tutto quello che c’è intorno, è una sfida in ogni caso..

Hai subito arresti o denunce?


Si, qualche volta…ho dipinto tanto e quando aumenti il numero delle uscite anche il numero dei fermi aumenta inevitabilmente, sono due dati che crescono in modo proporzionale…
Li ho presi come insegnamenti, a volte ho conosciuto dei poliziotti simpatici e in più quando tornavo a casa di mattina mi dicevo che dovevo essere più scaltro.

Mi parli del processo che hai subito ultimamente?

Il processo è stata propaganda politica di una giunta comunale che ha bisogno di parlare di problemi, se vogliamo chiamarlo problema (a mio avviso una risorsa), futili.
Finito come è iniziato,cioè in una bolla di sapone.
Un caso mediatico di proporzioni bibliche (anche il New York Times ne ha parlato), che ha portato ad una discussione senza risposta.
Il giudice nella relazione finale si è dilungato troppo ipotizzando un altro processo, nel senso che non gli competeva spiegare che in caso sarebbe successo questo e quello sarebbe andata in modo differente…questo non gli competeva, doveva scrivere quello che era successo e basta, credo che sia stato sollecitato da qualcuno di rilevante dato che non mi spiego il motivo di questo dilungarsi nell’ esplicare la sentenza.
Forse ancora una volta “Davide” stava vincendo contro Golia, soprattutto sull’ opinione pubblica.


Cosa vuoi comunicare con le tue opere?

Una domanda un pò troppo aperta, potremo stare qua una vita a spiegare tutto…diciamo che voglio comunicare, questo è l’ importante, un'arte fatta per il popolo che guarda che la subisce e che a volte gli tocca stare a guardare e dover pensare….

Qual è la reazione degli spettatori alle tue opere?

Sbigottiti, sia in positivo che in negativo…ma sbigottiti; indifferenti sarebbe orribile, o vorrebbe dire aver fallito!


Quali sono altri artisti che ammiri, con cui hai lavorato o ti piacerebbe lavorare?

Alcuni sono morti tanto tempo fa, sono affascinato da qualsiasi movimento artistico che usa questa espressione per portare avanti un pensiero, che col passare del tempo diventa una ragione di vita.
Quando incontro una persona che ha quella luce negli occhi scatta qualcosa e di solito si lavora insieme se lui/lei crede la stessa cosa di me


Dove ti piacerebbe esporre?

Nei bagni del Moma, o nel deserto del Sahara…


Mi parli del restauro della tua opera Bloodiamond?

Un opera formidabile, fatta di una lunga riflessione, presentata a Milano nel 2008, con tanto di celebrazione in una mostra, in un catalogo Skira e su vari articoli e giornali di settore e non.
Il restauro nasce da sempre su opere che hanno un valore artistico, da questo ragionamento nasce l’ idea di restaurare uno dei miei disegni più significativi milanesi con la collaborazione di due restauratrici professioniste.Alla domanda se tutto questo è arte o no…si aggiunge sul tavolo della discussione/confronto un opera del genere..direi un interessante passo in avanti nel dialogo.


Come vedi il futuro della street art?

Magari non si chiamerà più cosi, ma in realtà una forma di espressione artistica condivisa dal popolo esiste da sempre, vedi Egizi, Cinesi, Greci, Romani, Rinascimento ecc.
Sicuramente più tempo passa più ci sarà coscienza in relazione alla street art e quindi più spazi dedicati; magari le istituzioni permetteranno di proporre arte di strada in strada e verrà celebrata come arte e non come decorazione.

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