Bros (Daniele Nicolosi) inizia a scrivere sui muri nel 1996, insieme ad un compagno di scuola writer, affascinato dai murales milanesi; fino ai diciotto anni continua con i tipici pezzi composti da lettere. Trasferitosi a Milano dall’hinterland, si iscrive alla Facoltà di Disegno Industriale al Politecnico, e inizia a frequentare il “giro” di writer milanesi, tra cui l’amico Cristian Sonda. Nel 2003, dalla composizione di lettere, passa al disegno, cosa al tempo piuttosto insolita nel panorama milanese: il primo personaggio è su un tram, uno dei suoi omini, “soggetti composti da figure solide, geometriche, assemblate. Utilizzo colori accesi per non essere annullato dagli altri segni presenti sul tessuto urbano. I protagonisti dei disegni vengono animati da due occhi (lo specchio dell’anima), stilizzati con due semplici linee nere. Cerco di portare in strada provocazione ed ironia, affrontando temi di interesse comune” (da "Bros20+20"). Gli omini, realizzati spesso in scala monumentale, sono identificabili tramite nomi simbolici posti a fianco del disegno (Rambo Rombo, Davidino Krestino…), e ciascuno si caratterizza tramite dettagli diversi (omini-case, omini-televisore, omini-pennello, alcuni hanno la testa triangolare o quadrata). Successivamente, da una collaborazione con l’amico Sonda, nascono i “Mad rebus”, dipinti preferibilmente vicino alle università, costruiti come dei veri rebus, con l’indicazione del numero delle parole e del numero di lettere: è un buon modo per dialogare con la città, permettendo alle persone di interagire pienamente con l’opera, divenendo così giocatori attivi. Inoltre, spesso i lavori di Bros iniziano ad assumere un elemento di critica sociale, trattando temi politici, economici, sociali, ecologici tratti dalla cronaca, nel desiderio vivo di comunicare, senza perdere la caratteristica ironia, con tutti, e di far riflettere. Contemporaneamente, vengono sviluppate immagini ripetute più volte, che invadono letteralmente i muri e opere scultoree, sorte di totem in legno colorato, tridimensionali: il primo è mostrato, non autorizzato, nel 2005, al Salone del Mobile, poi al MiArt e alla Triennale. La sua prima personale “No street” si tiene nel 2004, organizzata da lui stesso in uno spazio affittato, e presenta lavori realizzati con materiali riciclati; nel 2006 inizia un interesse più ampio verso la sua opera, e l'anno successivo Bros compie uno degli “atti” di cui si è maggiormente discusso: si auto-intitola la “via Bros, artista contemporaneo”, affiggendo targhe, uguali a quelle reali, in giro per Milano: un’operazione fortemente ludica ed originale, tramite cui riflettere sulla comunicazione e la promozione culturale. Sempre nello stesso anno, inizia, nelle strade di Milano, la serie di “Cibo per gli occhi”: torte, ortaggi, frutta, eccetera, dipinte con colori puri e dimensioni colossali, con tanto di simbolico cartellino del prezzo, un’altra operazione con messaggio ironico e dissacrante, offerta come regalo alla città, gratuitamente. Il 2007 è anche l’anno della “consacrazione” massima per i writer-artisti milanesi, tra cui Bros, nella mostra “Street art sweet art” al PAC di Milano, seppur tra grandissime polemiche. Da questo momento Bros sarà uno degli artisti più in vista, ma anche uno dei maggior bersagli della critica pubblica, indicato come il vandalo per eccellenza, fino ad arrivare al famoso processo del 2010. Nel frattempo però, Bros è invitato a partecipare alla mostra di Palazzo Reale “Arte Italiana 1968-2007”, unico tra gli street artist insieme ad Ozmo; realizza opere su muri, in città, con targa (come quelle del museo), a certificare l’artisticità delle sue opere. Continuano nel frattempo le misure repressive da parte del Comune, che si muove verso una “tolleranza zero” nei confronti dei writer; Bros e Ivan rispondono con una performance pubblica di “Body art”, “Lo hanno fatto a noi”: si dipingono a vicenda il corpo trasformandolo in un muro di mattoni e in scritte di graffito (lo slogan: “Se lo facessero a te?”, “Me lo lascerei fare!”. Negli anni successivi, nonostante le difficoltà sul piano legale, Bros continua ad esporre: nel 2008, al Superstudio più presenta la personale “20e20, Bros si mostra”, con venti opere di grandi dimensioni, realizzate tra il 2005 e il 2008, su diversi supporti (tela, pvc, legno), che trattano temi storici, mitologici e religiosi, rielaborando e reinterpretando alcuni avvenimenti che hanno caratterizzato la storia dell’umanità, come l’11 settembre, lo tsunami, il Big bang, Hiroshima e Nagasaki, il muro di Berlino, Apollo 13, Auschwitz, Chernobyl, il Diluvio Universale: un modo per riflettere più a fondo su temi complessi, che nel contesto urbano talvolta non è possibile indagare. Nel 2011 inaugura invece la mostra "Squaraus. Colore dal corpo".
Oggi Bros rimane uno tra i più interessanti street artist nel panorama internazionale, e punto di riferimento per le nuove generazioni, continuando a comunicare con la città tramite la sua arte pubblica, fatta di immagini spontanee, realizzate con colori puri e campiture piatte e un linguaggio istintivo, diretto e alla portata di tutti.
More info:
Bros+20e20, Skira, Milano, 2008
Next: esclusiva intervista a Bros!
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