In particolare i primi volumi considerati “pietre miliari” del mondo dei graffiti, pubblicati tra gli anni ’70 e ’80, sono: “Graffiti Kings”[1] di Jack Stewart, che raccoglie il meglio di immagini anche inedite e interviste, cronaca e critica; “Subway Art”[2] di Henry Chalfant e Martha Cooper, con foto dei primi vagoni della metropolitana colpiti a New York; “Style: writing from the underground”[3], focalizzato sulla nascita del movimento e scritto con il contributo di numerosi writer della prima ora; “Spraycan Art”[4] di Henry Chalfant e James Prigoff, che contribuisce all’espansione della conoscenza dei graffiti in tutto il globo; “The birth of graffiti” e “The faith of graffiti”[5] con immagini di alta qualità del fotografo Jon Naar, realizzati negli anni ’70 e da poco riediti. Oggi lo sguardo è molto ampio, vi sono numerosissime pubblicazioni sugli argomenti più disparati, nonché monografie o cataloghi sugli artisti più in vista del momento: tra questi si possono ricordare il recente “All city writers”[6] di Andrea Caputo con interviste a diversi writer, che ripercorre la storia dalle origini ad oggi; i libri pubblicati da Banksy sulle sue opere; le monografie di alcuni artisti, tra cui Dumbo, Ivan, Pao e Bros.
Next: film sui graffiti
[1] J. Stewart, Graffiti Kings, Abrams, 2009.
[2] H. Chalfant, M. Cooper, Subway art, Holt paperbacks, 1988.
[3] A. Rossomando (a cura di), Style: writing from the underground. (R)evolutions of aerosol linguistics, Stampa alternativa, Viterbo, 2004.
[4] H. Chalfant, J. Pigoff, Spraycan art, Thames&Hudson, 1987.
[5] N. Mailer, J. Naar, The faith of graffiti, HarperCollins , New York , 2009.
[6] A. Caputo, All city writers, Kitchen 93, 2009.
Nessun commento:
Posta un commento