sabato 8 gennaio 2011

i pionieri del writing

Oggi parliamo dei cosiddetti "pionieri" del movimento, ossia di coloro che per primi hanno posto le basi, inventato gli stili, imposto le regole, e sono stati negli anni l'esempio a cui ispirarsi per i writer successivi. Tra questi, fondamentale è il nome e il personagggio di Taki 183, protagonista indiscusso della scena newyorchese dei primi anni ’70. Questo diciassettenne greco invade letteralmente la metropolitana con la sua tag, ispirandosi a un altro giovane writer (Julio 204): a differenza di quest’ultimo e degli altri writer della prima ora, però, si avvale di un pennarello con la punta più grande, così che il suo nome possa spiccare tra gli altri sui muri e sui treni. La sua è una vera azione di bombing, destinata a raggiungere livelli fino a quel momento inesplorati e risultare onnipresente. A Taki si interessa anche la stampa, il “New York Times”, infatti, pubblica un articolo su di lui nel 1971 (Taki 183’ Spawns Pen Pals, «New York Times», 21 luglio 1971). Da questo momento il writing diviene una sorta di mania che contagia moltissimi giovani, che vivono una vera competizione per provare la propria bravura e raggiungere la fama attraverso il numero delle loro firme.“Questo elitario gruppo di pionieri” comprende moltissimi nomi, tra gli altri: Sjk 171, Dutch 135, Cloud 160, Ace 137, C.A.T 87, Topcat 126, Tree 127, El Cid, Charmin 65, Irene 149, Coco 144 e i più conosciuti Lee 163d! e Phase II. Ognuno di loro sceglie una personale tag, che può essere un soprannome identificativo, caratterizzato spesso da un numero, che rappresenta il numero della strada o del caseggiato di provenienza o un numero di serie (Bam, Bam 4, Bam 5); altre volte si usano nomi propri di battesimo, slave names, nomi con radici etniche o altri inventati. Molti writer, una volta scelto il loro nome ‘di battaglia’, si riuniscono in gruppi chiamati crews, che comprendono membri con le stesse finalità d’intenti e caratteristiche simili, ma risultano essere anche molto eterogenee: non ci sono infatti differenze di razza, educazione o ceto sociale. Il rispetto, infatti, si basa interamente sulle capacità tecniche e stilistiche, nonchè sulla quantità di tag che il graffitaro realizza, a prescindere da razza o da quartiere di provenienza. L’obiettivo è così quello di farsi conoscere, invadendo letteralmente la metropoli: chi conquista anche i luoghi meno accessibili ottiene maggior prestigio. La gratificazione suprema è rappresentata dall’approvazione degli altri writer, che ne capiscono e sanno cosa apprezzare.
In questi primi anni, sono diversi i writer che rivestono un ruolo particolarmente importante, poiché imprimono una svolta al movimento per quanto riguarda lo stile o perché raggiungono livelli più alti rispetto agli altri. Tra questi, oltre a Taki 183, a cui dobbiamo in parte la nascita e la diffusione del writing come fenomeno sociale, si possono ricordare Phase II, Lady Pink, Super Kool, Lee, Futura 2000, e Rammelzee.

PHASE II è lo pseudonimo di Loony Wood, attivo sin dagli esordi della scena writing  negli anni Settanta a New York; è un afroamericano proveniente dal Bronx. Frequenta la De Witt Clinton High School e si inserisce nel giro del writing grazie all’amico Thomas Lee, Lee 163rd;diventerà poi  componente di una delle crew più famose del periodo: i Fabolous Five, insieme a Dice 198, Riff 170, Stayhigh 149, Ray B 054. L’origine del suo nome viene spiegata dallo stesso Phase: “L’anno precedente avevamo dato una festa, e volevamo ripeterla quell’anno, e io dissi: la chiameremo fase 2 (Phase 2 in inglese). Non conosco neanche io il motivo, ma sono rimasto folgorato da quel nome, ho capito che faceva per me. Da allora ho cominciato a realizzare pezzi con il nome Phase 2”.
La sua importanza e il motivo principale per cui viene ricordato sono legati al fattore stilistico: a lui si devono, infatti, l’introduzione dell’outline, l’utilizzo dei puppet, delle frecce per decorare le lettere e, soprattutto, alla fine del 1972, “l’invenzione” del Bubble style. Questo nuovo stile, creato dal nulla, risulterà essere fondamentale: ripreso e copiato da tutti, ancora oggi rimane un caposaldo del movimento, e uno dei primi stili che ogni writer impara. Grazie a Phase, dunque, viene raggiunto un nuovo livello nell’evoluzione dello stile; nel suo lavoro, e in quello di ogni writer, egli considera essenziali la progettazione, l’elaborazione e la sperimentazione, inoltre dev’essere basilare l’idea di autenticità del writing e il suo legame con la strada. Il ruolo di Phase nella cultura writing risulta incisivo anche per altri motivi: è tra i primi ad entrare nella United Graffiti Artists nel 1974 (collettivo di writer professionisti); è collaboratore di International Graffiti Times, la prima rivista dedicata al writing nel 1980; insieme a David Schmidlapp realizza il libro Style: Writing from the underground. Al di là del writing, a cui si dedica completamente in un secondo tempo, agli inizi è anche coinvolto nella Cultura Hip Hop come dj e breaker: nel 1982, infatti, collabora a due dischi (Beach Boy, con Barry Michael Cooper e The Roxy, con Material) e partecipa al “New York City Rap Tour”, che riunisce moltissimi artisti del mondo hip hop (dj, writer, breaker, mc) e che viaggia in Francia e nel  Regno Unito.

Un altro protagonista dei primi anni ’70 è LEE, ossia George Lee Quinones, portoricano, che inizia a dipingere nella subway newyorchese nel 1974, e sarà con Phase II uno dei membri della crew Fabulous Five. La sua importanza all’interno dell’aerosol culture viene testimoniata dal ruolo di protagonista che gli viene assegnato nel film Wild Style, nel 1983; inoltre, molti dei suoi migliori lavori vengono presentati nei volumi Subway Art nel 1984 e Spraycan Art nel 1987, determinanti per la conoscenza del movimento. Egli è un artista poliedrico, dato che, oltre che di writing su differenti superfici (muro, treni e tela), si occupa anche di scultura: utilizza diverse forme con l’unico obiettivo di esprimersi come artista e di distinguersi; è anche uno dei primi writer che mostra la sua arte nel circuito ‘legale’ delle gallerie (la sua prima mostra viene tenuta alla galleria La Medusa di Roma nel 1979, mentre oggi i suoi lavori si trovano nelle collezioni del Whitney Museum e del Museum of the City New York nonché in musei olandesi). Come per Phase, anche per Lee, le parole d’ordine per ogni writer devono essere evoluzione continua, fantasia, stile originale e attenzione alla strada; spesso egli introduce anche una nota di denuncia socio-politica all’interno della sua arte, in particolare contro la guerra e le armi: ad esempio, nel 1999 inizia a dipingere una facciata americana con il lavoro “Securing the Requiem”, sul Vietnam. Nel corso del tempo, però, le sue creazioni sono entrate anche in un circuito più commerciale e ha collaborato con diverse aziende per la parte grafica: Adidas, Ford Motor Company, Nike, Absolut Vodka.

Un altro writer fondamentale, perché introduce novità nell’ambito dello stile, è SUPER KOOL 223, ricordato poiché è il primo a realizzare il cosiddetto masterpiece (agli albori una grossa firma con il contorno), che permette di far risaltare ulteriormente il proprio nome rispetto alle semplici tags, e il primo top to bottom, ossia un vagone della metropolitana dipinto per tutta l’altezza, compresi i finestrini, da cui parte il concetto dei “whole cars”. Queste due innovazioni cambiano il corso del writing e vengono ampiamente sfruttate da moltissimi writer: Super Kool viene così considerato uno dei king delle linee 2 e 5 della metropolitana di New York e uno dei master indiscussi degli albori.

Sempre nel campo dello stile, Rammelzee e Futura 2000 si distinguono per la loro cifra stilistica particolarmente interessante e per l’introduzione di ulteriori nuovi livelli. FUTURA 2000, il cui nome deriva da una combinazione tra il film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrik, e il modello Futura della Ford, è considerato una figura mitica da molti writer, grazie al suo stile inconfondibile su muro e treni: egli ha contribuito alla diffusione dell’aerosol culture in giro per il mondo, ha collaborato con Fashion moda (molti suoi lavori sono presenti in mostre di questo gruppo), e con la band musicale The Clash. Partendo dalla strada, con cui mantiene ancora un legame molto forte, si avvicina in seguito a diverse vie di comunicazione: oggi non dipinge più ma lavora molto sul computer, individualmente, considerandolo un mezzo d’avanguardia fondamentale.
A RAMMELZEE, nato nel Queens nel 1960, ed importante Mc, scultore e writer, si deve l’invenzione di due stili molto innovativi quali il Panzerismo Ikonoklasta e il Futurismo Gotico. Secondo la sua personale visione, è necessaria una vera e propria “guerra di lettere”, le quali vengono “armate”, contro gli standard e le regole imposte dall’alfabeto: contro un codice codificato e tradizionale, rivisita il linguaggio del writing e impone le sue lettere gotiche o in movimento, che scardinano i significati e le regole linguistiche usuali. Egli riflette profondamente anche sul ruolo e lo sviluppo della lingua all’interno della società, e si pone a capo di una banda chiamata Tag Master Killers, in cui ogni membro ha il compito di difendere una determinata lettera (A One difende la A, Koor la B, Toxic la C, e Rammelzee difende la lettera principale, Sigma). Il suo nome deriva da “RAM”, un’altra M che sta per Magnitude, Sigma, LL (Longitude e Latitude), Z, Σ, Σ (somma). Dipinge nella subway di New York, e nella metà degli anni ’80 pratica, insieme ad altri artisti, il cosiddetto East village wild Style: uno stile illeggibile e dinamico che si rifa alle lettere gotiche dei manoscritti medievali. Inoltre utilizza molto anche la tecnica del collage, tramite cui può creare un nuovo modo di esprimersi, che dissocia le lettere dal loro significato abituale, donandogliene uno alteranativo. I suoi lavori sono stati mostrati in gallerie di New York ed europee; oggi si trovano nelle collezioni del Moma. La sua influenza si esercita anche nel campo musicale e si può oggi ancora sentire in gruppi come Beastie Boys e Cipress Hill, mentre la sua canzone “Beat Bop”, in collaborazione con Basquiat, è inserita all’interno del film Style Wars.
Un personaggio importante, specialmente per la svolta “sociale” che imprime, è poi Lady Pink, una delle poche ragazze nei primi tempi del writing. Generalmente, infatti, pur non essendo una scena “maschilista”, i writer, all’inizio, sono in maggioranza uomini per diversi motivi: innanzitutto le ragazze all’epoca non hanno la stessa libertà dei loro coetanei maschi, né la possibilità di rimanere fuori la notte per dipingere (momento fondamentale, con il favore delle tenebre, per colpire i treni); il writing può esser visto come un’attività talvolta pericolosa, con la continua preoccupazione di esser sorpresi dalla polizia; spesso sono i ragazzi a non volersi prendere la responsabilità se succedesse qualcosa. Se una ragazza è davvero bad, invece, viene accolta nella crew. Altre volte può essere anche una questione di orgoglio maschile: le ragazze molto brave, con fama e buono stile, sono considerate una minaccia e per questo rimangono piuttosto in ombra nonostante le loro capacità.
Malgrado questi fattori, alcune ragazze sono riuscite ad imporsi sulla scena e ad ottenere il rispetto: tra queste Barbara 62, Eva 62, Charmin, Stoney , Lady Hearth, Dawn, Bambi e la stessa Lady Pink. Quest’ultima entra nel mondo del writing nel 1979, iniziando subito a dipingere sui treni, fino al 1985; partecipa anche alle iniziative di Fashion moda e Graffiti Production Inc. Nel 1982 compare in Wild Style, film cult dedicato al mondo hip hop. La sua prima personale si tiene al Moore College of Art; oggi è un’artista affermata, a capo, insieme al marito, di una compagnia per pitture murali, e i suoi lavori si trovano in importanti musei americani come il Whitney Museum, il MET a New York, il Brooklyn Museum.

Next time.. Graffiti woman!

 

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