martedì 28 dicembre 2010

Le origini

Il writing consiste nello scrivere il proprio nome su ogni superficie; si inserisce all’interno

della cosiddetta aereosol culture e più precisamente della aerosol art. Molto spesso, per

indicare il fenomeno, viene utilizzata la parola graffiti, che è però impropria, poichè con

questo termine si indicano le scritture antiche su muro, come quelle di Pompei, oppure un

disegno o una scrittura incisa su muro o altre superfici (vetro, plastica).

Il writing nasce negli Stati Uniti all’interno del movimento “Hip-Hop”: questo termine

significa saltellare e propone quindi un modo vivo di concepire l’esistenza e la cultura,

comprende, oltre al writing, il djing (il mixare i dischi con interventi fonetici), l’Mcing (lo

sparare rime a raffica e senza fermarsi), e il breaking (il ballare con mosse spettacolari), ne

fanno quindi parte writer, breakers, Mc e deejays.

L’Hip Hop è una cultura che si sviluppa a partire dal Bronx a New York e propone un forte

senso di appartenenza e identificazione, che può rispondere a una mancanza di certezze e

spaesamento provocato dalla società nella popolazione giovanile; ha quindi una

connotazione politica di reazione contro l’abbandono e la violenza. L’Hip Hop è un mezzo

per riunirsi ed eliminare le barriere, spingersi oltre i confini, creare una società parallela a

quella ufficiale da cui i giovani si sentono rifiutati.

Alla fine degli anni Sessanta, nella città di Philadelphia, iniziano a comparire i primi nomi,

ma è a New York che il movimento si afferma consapevolmente. Partendo dal Bronx,

giunge a Brooklyn, Manhattan, all’Upper West Side, ai mezzi di trasporto (in particolare la

subway, metropolitana) che permettono una più immediata diffusione in tutto il territorio.

L’obiettivo è farsi conoscere, diventare famosi, tentando di sfuggire ad una vita di

anonimato senza futuro nei ghetti della periferia americana.

Tramite l’imposizione del proprio nome, si cerca di affermare la propria identità e

appropriarsi di una città da cui ci si sente rinnegati, di superare il suo grigiore grazie

all’esplodere del colore in ogni angolo; la città viene percepita come il luogo del potere

istituzionale, economico, sociale, culturale, e molti giovani cercano, contro questa

onnipresenza, di riaffermare il loro diritto ad avere degli spazi, appropriandosene e

segnandoli incisivamente con la loro personalità. Dai primi sporadici segni nasce un vero e

proprio movimento di grandiose proporzioni che evolverà fino ad arrivare ad oggi e

conquisterà tutto il mondo.

Il contesto sociale nel quale si sviluppa il writing è in un primo momento quello del Bronx,

quartiere degradato, ma nello stesso tempo Mecca dell’aerosol. L’arte diventa un modo per

sfuggire a tutti gli aspetti negativi: crimine, povertà, droga, razzismo, e

contemporaneamente è una risposta all’ambiente circostante e da questo è influenzata. Un

aspetto particolarmente importante, e in parte legato al writing o comunque ai suoi primi

protagonisti, è la lotta per l’eguaglianza tra bianchi e neri, che vada ad eliminare una

discriminazione razziale ancora fortemente presente. Tutti questi aspetti sono ancora

maggiormente sentiti nei ghetti e tra coloro che vengono considerati stranieri.

I primi writer sono ragazzi di origine latina o africana, figli di immigrati, che si sentono più

legati alle loro origini che non al mondo americano; sono automaticamente degli

emarginati, relegati ai limiti della città in periferie squallide, abbandonati a loro stessi,

destinati ad un futuro di criminalità o povertà nelle gang: tramitela bomboletta cercano

una via alternativa d’espressione e affermazione. Il ghetto è così il cantiere più vivo della

modernità artistica, laboratorio della creatività fuori dagli schemi, espressione lontana dai

canoni tradizionali, fucina di arte urbana.Negli anni seguenti, il writing si affermerà

maggiormente e si diffonderà, grazie all’azione condotta sui treni della metropolitana.

Questo mezzo è perfetto per la diffusione delle firme in tutta la città, permette un sistema

di comunicazione tra writer di quartieri diversi, prevede un vasto pubblico e dunque

un’ottima visibilità e pubblicità. Le linee maggiormente colpite sono la 2 e la 5, le quali

convergono in un luogo di ritrovo chiamato 149th Street Grand Concourse subway station,

nel Bronx: qui i writer si riuniscono per osservare i treni che passano, discutere sullo stile,

fare piani, scambiarsi bozzetti.

Il writing è un’arte in continua evoluzione. È necessario un cambiamento continuo per

quanto riguarda lo stile, per evitare di “fossilizzarsi”: i migliori writer, i “king” sono quelli

che migliorano instancabilmente e introducono nuovi elementi, nuovi apporti, una vera

evoluzione della lettera. Anche le tecniche subiscono un’evoluzione: dalle prime tag

realizzate con i pennarelli, si passa all’utilizzo della bomboletta, che permette di agire più

in fretta e su larga scala.

Dopo i primi di anni di intensa attività, un movimento globale e inarrestabile, a metà degli

anni ’80 il writing inizia a perdere adepti, rimangono solo i migliori e più convinti. Questo

è dovuto al fatto che si applicano maggiori restrizioni per contrastare il fenomeno da parte

delle autorità: i minori non possono acquistare bombolette e d’altra parte risulta più

difficile anche rubarle; vengono introdotte pene più severe per chi imbratta: ci sono

maggiori controlli nelle stazioni e alcune aree, prima molto frequentate dai writer, sono

rese inaccessibili; i treni vengono trattati con mezzi di rimozione della vernice più efficaci

(i cosiddetti buff system), in modo che il pezzo dei writer giri pochissimo tempo e sia

eliminato molto in fretta. Alcuni writer, delusi e frustrati, abbandonano. Altri prendono

queste misure come una sfida e intensificano la loro azione, più agguerriti di prima.

Spesso, il fatto di poter occupare solo alcune zone, porta a una difesa del territorio strenua,

che può sfociare in lotte tra crews.

Nel 1989 la situazione si fa ancora più difficile: la MTA (Metropolitan Transportation

Authority) di New York proclama vittoria sul writing ed elimina tutte le vetture scritte: è

l’inizio del Clean Train movement.

Alcuni writer continuano a dipingere, nonostante gli sforzi spesso non valgano la pena,

poiché i pezzi vengono immediatamente eliminati e non hanno nemmeno il tempo di

girare per la città, ma scrivere sui treni è considerato il writing più vero, i muri e le tele

sono per i “fake”, i falsi writer. In tempi successivi si sfruttano anche i treni merci in quello

che è definito Freight: the National movement (Freight: carico), o i treni ormai destinati

alla demolizione.

In seguito, quando ormai risulta impossibile agire sui treni, si sceglieranno altri luoghi: ad

esempio le autostrade, che non permettono il movimento della propria firma ma sono

esposte ad un pubblico particolarmente ampio ed eterogeneo.


Nessun commento:

Posta un commento