Con il termine Street Art (arte di strada) si indicano tutte quelle forme artistiche che si manifestano in luoghi pubblici, con tecniche varie: spray, sticker, stencil, proiezioni video o sculture. La street art presenta alcune differenze e alcune caratteristiche in comune con il fenomeno del writing: se ne differenzia poiché la tecnica in questo caso non si limita all’uso della bomboletta e il tema non è inscindibilmente legato solo allo studio del lettering e della tag, ma può includere soggetti differenti (es: disegni o slogan di critica sociale, installazioni); mantiene, invece, come il writing, un forte rapporto con la strada e un simile intento di rivendicazione di vie o piazze come luoghi pubblici, di tutti, contro la proprietà privata (e dunque un aspetto di sovversione e critica verso la società) e il tentativo di farne uno spazio di esposizione per la propria fantasia e le proprie opere, comunicando così ad un vasto pubblico (dunque la stessa ricerca tesa a farsi conoscere).
Tra le tecniche che la street art utilizza troviamo l’utilizzo di stencil, che permettono una produzione molto veloce e pressoché illimitata, e lo sticker: in questo caso è dunque l’adesivo il mezzo con cui veicolare un messaggio di tipo politico, sociale, di critica, fino ad arrivare a volte allo sfruttamento dello stesso metodo per la pubblicità commerciale (tramite operazioni di cosiddetto “guerrilla marketing”: promozione pubblicitaria non convenzionale e a basso budget, che si avvale di mezzi e strumenti aggressivi, usati in modo creativo per far leva sull’immaginario dell’utente); in altri casi lo sticker viene visto come un altro modo per diffondere la tag o un emblema del writer. Spesso la street art cerca, stupendo il passante, di contrastare una cultura che crea spettatori passivi, e di far riflettere.
Paradigmatico in questo senso è il caso “Untho”, il cui ideatore è il giovane artista Alessio Schiavon. Un omino stilizzato vuole rappresentare, agli occhi del creatore, l’ “uomo medio”, milanese, grigio, accigliato, spento, passivo, contro il quale si rivolge il messaggio alla base del concetto artistico, che mira a interferire con il contesto urbano inserendosi all’interno di questo tramite gli stickers, provocare il pubblico con i suoi pensieri e riflessioni, proporre uno stile di vita alternativo, più attivo e “spensierato”, in opposizione ai frenetici ritmi urbani. Tramite l’affissione di posters e stickers in giro per la città di Milano e non solo, spesso con un’azione capillare, si mira ad un duplice fine, poiché l’operazione è in un primo tempo esclusivamente artistica e poi sfruttata anche a fini pubblicitari, in seguito alla creazione di una linea d’abbigliamento streetwear.
In altri casi, invece, la street art mira a proporre un nuovo messaggio in contrasto diretto con i manifesti pubblicitari da cui la città risulta invasa (senza alcuna lamentela da parte dei cittadini come invece accade per l’arte di strada stessa).
La street art, così come il writing, cerca un circuito spesso illegale, ma più spontaneo e più diretto ad un vasto pubblico, facendo della città stessa la sua galleria a cielo aperto e rifiutando mostre ufficiali, anche se oggi un gran numero di street artist fa il suo ingresso nel “sistema”.
Next: alcuni dei più importanti street artist di oggi: Banksy, Blek le rat, Shepard Fairey.
Nessun commento:
Posta un commento