giovedì 20 gennaio 2011

Il linguaggio del writing

I writer utilizzano un gergo e un linguaggio ben preciso per esprimersi: le parole comuni mutano così il loro significato originario per assumerne uno nuovo, fino ad inventare una nuova lingua. Ovviamente questo linguaggio sarà pienamente comprensibile a chi fa parte del movimento e del tutto incomprensibile a chi ne è fuori, creando diversi problemi di comprensione e accettazione che vedremo successivamente (ossia: molti odiano il writing soprattutto perchè non lo capiscono).Nel caso del writing, sono specialmente parole inglesi di uso comune che vengono riprese, mutate e riutilizzate per indicare gli stili, identificare il ruolo degli appartenenti al gruppo, le tecniche eccetera (vedi glossario).
Parlando di linguaggio, nel caso del writing, si deve anche considerare che tutto il movimento stesso è un’espressione artistica che si basa sul lettering, ossia sullo studio di lettere con forme diverse, e di parole, che non possiedono però un significato usuale: i writer, infatti, non fanno altro che rielaborare continuamente solo il loro nome, la loro tag, in tutte le forme e i colori possibili. Dunque, per il writer, l'unico soggetto dell'opera è il SUO NOME (=la tag); ciò che vediamo scritto sui muri, dunque, non è un messaggio chiaramente decifrabile ai più, politico o sociale, ma rappresenta l’essenza stessa del writer, poichè scrivere il proprio nome è un gesto quasi automatico, istintivo, una forma di comunicazione spontanea che diventa una sorta di testimonianza visibile della sua esistenza, un’affermazione della sua presenza nella città, un modo per farsi riconoscere e conoscere. Questa operazione può essere considerata strana e inusuale, ma l’importanza e il rispetto del nome sono ritenuti fondamentali: per questo bisogna differenziarsi dagli altri con un nome diverso, e viene considerato un gesto grave scrivere sopra agli altri nomi. In entrambi i casi, violare il nome è come violare l’identità.
La comunicazione tra writer può dunque avvenire, grazie ai pezzi sui muri o sui treni, senza un contatto diretto, ma tramite messaggi “sotterranei” e non ufficiali, che permettono però di dare informazioni precise: testimoniano che il writer è stato in quella zona, gli permettono un riconoscimento all’interno del movimento (anche a livello globale, tramite la mobilità dei treni), danno un’idea del suo livello e del suo stile. Una semplice scritta, considerata totalmente priva di significato dalla maggior parte delle persone, può dunque veicolare numerosi messaggi.
Nella prossima puntata, vedremo come ciò causi i suddetti problemi di interpretazione con la "gente comune".

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